I progetti per la nuova casa generalizia
ll 4 luglio 1755 il Definitorio della Provincia Lombarda decise, dietro iniziativa
del padre provinciale Francesco Maria Manara, di approvare la costruzione di una
nuova sede per la casa professa di Pavia da realizzare sul sito dell’orfanotrofio
della Colombina e stabilì che il padre Manara e il padre Giambattista Riva si sarebbero
occupati delle eventuali difficoltà burocratiche e avrebbero fatto elaborare un
progetto per il nuovo collegio da presentare al successivo Definitorio per l’approvazione.
Il 10 maggio 1756 il Definitorio Generale confermò la decisione dell’anno precedente
e incaricò il padre Camio di quantificare il danno economico che l’orfanotrofio
avrebbe ricevuto, in seguito all’inglobamento nel nuovo edificio di alcune case
di proprietà del pio luogo e ad esso attigue, la cui demolizione era indispensabile
per creare un lotto di terreno sufficiente a costruire un vasto collegio con la
relativa chiesa e i rustici annessi.
Delle case in questione si conservano una relazione e una planimetria redatte dall’ingegner
Alessandro Giordani nel gennaio del 1756.
Si trattava di edifici modesti, alcuni dei quali in cattive condizioni, affittati
a privati cittadini che li usavano come abitazione, ad eccezione di quelli dell’angolo
sud-est, affittati alla città di Pavia come alloggio per i militari. Questi immobili
erano quasi tutti di proprietà somasca, eccettuati quelli appartenenti al preposito
Crotti e ai Domenicani di San Tommaso di Pavia, dei quali i Somaschi stavano trattando
l’acquisto.
Una planimetria del 1760 mostra che la parte di città coinvolta dalla costruzione
del nuovo collegio della Colombina comprendeva l’isolato dell’orfanotrofio somasco
e quello a sud di esso, separati tra loro dal piazzale di San Gabriele e dal vicolo
che da piazzale di San Gabriele portava al voltone della Cercola.
Tra il 1755 e il 1760 circa venne elaborato un grande numero di progetti per la
nuova casa professa di Pavia, i quali possono essere divisi in tre gruppi, a seconda
della superficie del lotto che vanno ad occupare.
Secondo i progetti del primo gruppo sarebbe stato occupato, oltre all’isolato su
cui sorgeva l’orfanotrofio, solo il piazzale di San Gabriele, lasciando libero il
vicolo ad esso Attiguo, che dava accesso alla casa dei fratelli Leggi. Secondo quelli
del secondo gruppo sarebbe stata occupata anche l’area su cui sorgeva la casa detta
“della Miseria”, acquistata dai Somaschi nel 1757.
I progetti dei primi due gruppi prevedevano la costruzione della chiesa nella parte
nord-occidentale del lotto, con lo stesso orientamento e pressoché nella stessa
posizione della vecchia chiesa dell’orfanotrofio. Essi destinavano la parte orientale
del lotto al collegio vero e proprio, distribuendo, in modo più o meno articolato,
i rustici a sue e ad est della chiesa, nella parte di lotto lasciata libera.
I progetti del terzo gruppo mantennero lo schema dei progetti precedenti, limitandosi
a ribaltare l’impianto globale su se stesso rispetto all’asse est-ovest, cosicché
la chiesa venne a trovarsi a sud e rustici a nord.