I progetti per la chiesa
La chiesa ha, in tutti i progetti, impianto a sviluppo longitudinale, probabilmente
richiesto dagli stessi committenti, ma si coglie il tentativo, da parte di alcuni
progettisti in un paio di casi, di centralizzarla. Nel primo progetto del primo
gruppo la chiesa ha impianto a navata unica con due cappelle laterali su ogni fianco
e zona presbiteriale quadrata triconca coperta a cupola. Presenta semicolonne, le
quali sono equidistanti in facciata, mentre nell'interno sono distribuite lungo
le pareti laterali in modo da alternare intervalli minori, in cui trovano posto
i confessionali e i coretti, a intervalli maggiori, in cui si aprono le cappelle
(con ritmo aBa'Ba).
È inoltre dotata di due campanili, situati entro i muri d'ambito della chiesa, prima
della zona presbiteriale, uno ad est e l’altro a ovest della navata. Nel secondo
progetto del primo gruppo, che, come abbiamo suggerito, probabilmente costituisce
la prima versione del progetto del padre Colombera, la chiesa, sempre a navata unica
con cappelle laterali, riprende la bispazialità della chiesa milanese di San Fedele;
è infatti organizzata intorno a due grandi campate quadrate coperte da due volte
a vela, in ognuna delle quali si apre, su entrambi i fianchi, una cappella centrale
con due ambienti laterali, destinati probabilmente ad ospitare i confessionali nella
zona inferiore e i coretti in quella superiore (aBa aBa).
La zona presbiteriale, ad ovest della quale è previsto il campanile, è costituita
da una corta campata, larga quanto la navata, seguita da un’abside poco profonda,
la quale assume una forma insolita a causa dell’alternanza di nicchie e terminazione
piana e lesene. Nel progetto del marchese Gerolamo Theodolo la chiesa è costituita
da un vano ad impianto mistilineo inscritto in un rettangolo, da cui risultano quattro
spazi angolari in cui si inseriscono altrettante cappelle poste sulle diagonali
.
Ha una copertura a gradoni, risultante dalla sovrapposizione di una serie di rettangoli
dagli angoli tagliati, di dimensioni sempre minori, e sormontata da una lanterna
con cupola e bulbo, molto simile a quella realizzata dal marchese pochi anni prima
nella chiesa dei Santi Pietro e Marcellino a Roma, da cui si differenzia per l'impianto
ellittico anzichè circolare. Dietro l'altare maggiore si apre un vano rettangolare,
probabilmente il coro, su cui insiste un'altra lanterna, di dimensioni minori e
ad impianto circolare.
Il campanile è collocato ad ovest della chiesa, sporgente da essa con tre lati.
La facciata, organizzata in due ordini sovrapposti, corinzio quello inferiore, a
fasce quello superiore, è divisa, nella zona inferiore, in tre campiture, delle
quali la centrale, di dimensioni maggiori e leggermente sporgente, ospita un portale
architravato sormontato da un timpano su cui poggia una finestra ellittica con sopracciglio
e festonatura, ed è caratterizzata, nella zona superiore, da una finestra rettangolare
con timpano curvo.
Questa chiesa si ispira a quella del progetto di Paolo Posi, vincitore ex aequo
con quello di Tommaso Asprucci nella seconda classe del Concorso Clementino del
1728, il cui tema era un convento per trenta religiosi, con chiesa, rustici, cortile
quadrato porticato e giardino. Ne riprende infatti sia il prospetto che l’impianto,
il quale viene dilatato in senso longitudinale, così da perdere la perfetta centralità
che caratterizza quello del Posi.
Essa presenta inoltre qualche somiglianza anche con la chiesa di San Giuseppe a
Milano, progettata da Francesco Maria Richino. Nel secondo progetto del secondo
gruppo la chiesa ha impianto a navata unica in cui si alternano, su ogni fianco,
tre cappelle e due spazi che ospitano i confessionali nella zona inferiore e i coretti
in quella superiore (BaBaB). Il presbiterio, ad ovest del quale è situato il campanile,
è sottolineato dalla presenza di colonne libere accostate ai pilastri ed è seguito
dal coro a terminazione piana. Nel progetto "Del padre Colombera riagiustato" la
chiesa, rispetto alla prima versione del gesuita, perde la divisione della navata
in due grandi campate e acquista l'alternanza, su ogni fianco, di due cappelle e
tre ambienti minori (aBaBa). Ciò ne determina una leggera contrazione che permette
di dilatare in lunghezza l’abside, la quale mantiene però la struttura a nicchie
alternate a lesene.
Il presbiterio è delimitato da quattro pilastri cruciformi ancorati, due per lato,
ai fianchi della chiesa. Nel progetto "Del Casani agiustato" l'impianto longitudinale
viene centralizzato mediante l'inserimento, al centro della navata, di una cupola
emisferica su pennacchi, in corrispondenza della quale i muri d’ambito vengono sfondati
trasversalmente da due coppie di cappelle laterali, secondo uno schema ampiamente
sperimentato da Filippo Juvarra, ma molto diffuso anche in Lombardia. Nel presbiterio,
seguito da un'abside semiellittica, ricompaiono i pilastri cruciformi ancorati al
muro già visti nel progetto precedente.
Sicuramente connessa a questo progetto è la pianta di una chiesa, fondamentalmente
uguale a quella appena vista, dalla quale si differenzia, oltre che per la scala
maggiore che permette una migliore definizione dei dettagli, anche per la presenza
di colonne libere accostate al muro nel presbiterio, in sostituzione dei pilastri
cruciformi, e in controfacciata. La facciata, caratterizzata da una decisa convessità
della parte centrale, si inserisce perfettamente nel panorama dell’architettura
pavese del primo Settecento, rifacendosi alle sperimentazioni condotte negli anni
'30 del XVIII secolo dal Cassani nel San Michele a Olevano e da Giovanni Antonio
Generoni nella facciata del San Marco di Pavia. La presenza delle colonne libere,
più costose dei pilastri in muratura, suggerisce l'ipotesi che questa tavola, così
come quella corrispondente per il collegio, sia più vicina all'idea originale del
Cassani di quanto lo sia il progetto precedente. Nel primo progetto del terzo gruppo
, probabilmente di pugno "come abbiamo proposto " dell'architetto gesuita, la chiesa
riprende quella del progetto "De padre Colombera riagiustato", smussando gli spigoli
della navata, la cui volta è caratterizzata da un'ellisse, con l'asse maggiore disposto
longitudinalmente, e da quattro lunette in corrispondenza delle cappelle laterali,
probabilmente solo un gioco di cornici in stucco.